Le rocce che possiamo osservare all’interno del sistema dei Forti si sono formate durante il periodo Cretacico (circa 80 milioni di anni fa) e sono i resti del fondale di un antico oceano profondo fino a 4000 m. Quando la terraferma era ancora popolata dai dinosauri, le rocce del Parco delle Mura erano quindi un fondale marino fangoso e sabbioso, molto diverse dalle suggestive formazioni che i visitatori possono ammirare invece ai giorni nostri!
Osservando infatti ad occhio nudo le rocce, sulle superfici di alcuni strati è possibile notare dei solchi ricurvi che ricordano piccoli labirinti: sono ciò che resta di gallerie scavate da antichi vermi marini alla ricerca del cibo contenuto nel fango. I vermi, così come tutti gli altri organismi a corpo molle, fossilizzano raramente, mentre è più facile che si conservino proprio le tracce del loro passaggio: percorrere i sentieri del Parco equivale quindi a visitare un vero proprio Museo di Paleontologia a cielo aperto, in cui poter ammirare fossili milionari che ci aiutano a scoprire la storia dell’evoluzione dell’intera regione Liguria.
Questo processo di fossilizzazione ha non solo permesso la conservazione delle tracce ma, unitamente ad altri fattori, anche il consolidamento dei sedimenti (sabbia e fango) sino alla trasformazione in roccia. Successivamente a tale consolidamento, questi strati originariamente depositati orizzontalmente sul fondo dell’oceano, sono stati coinvolti nello scontro tra continenti che ha generato la catena alpina e appenninica e hanno quindi subito piegamenti, traslazioni e sollevamenti sino a raggiungere la posizione in cui li troviamo oggi, dove sono diventati parte integrante di una catena montuosa.
Si ringrazia la Direzione Idrogeologia, Geotecnica e Vallate del Comune di Genova per la preziosa collaborazione e per aver fornito parte dei testi.